Gli eventi meteorici che hanno colpito in questi giorni la Regione Campania, provocando danni e disagi in vari territori del comprensorio consortile, con particolare riferimento ai Comuni di Castel San Giorgio, San Marzano sul Sarno e Montoro, hanno evidenziato ancora una volta (purtroppo l’ennesima) l’importanza vitale di un adeguamento strutturale delle opere di difesa idraulica.
L’antropizzazione incontrollata del territorio, mai sostenuta da un adeguato disegno pianificatore, e l’abusivismo diffuso hanno di fatto reso inadeguato il reticolo idrografico afferente alle principali aste idrauliche (torrenti Cavaiola e Solofrana, Alveo Comune Nocerino e Fiume Sarno) diventate veri e propri collettori per la raccolta delle acque di scarico dei territori attraversati ed incapaci di smaltire neanche le portate ordinarie di piena. Ciò impedisce di fatto il deflusso della rete scolante secondaria di bonifica, che è appunto la rete gestita e manutenuta dal Consorzio di Bonifica, rendendo vana l’attività di manutenzione svolta dal Consorzio stesso.
Per questo motivo si ribadisce, ancora una volta, la necessità primaria di dare esecutorietà al Grande Progetto del Fiume Sarno ed a tutte le opere connesse per l’adeguamento della rete scolante superficiale, atte a garantire una più efficace difesa idraulica del territorio.
La necessità di adeguamento degli invasi esistenti, così come le conseguenze dei fenomeni di abusivismo diffuso, sono state chiaramente evidenziate da quanto accaduto domenica 03 novembre nel Comune di Castel San Giorgio sia con la tracimazione della Vasca Valesana sia con l’esondazione del Canale Torello.
Per quanto riguarda la Vasca Valesana, il Consorzio già nell’anno 2002 produsse un progetto esecutivo per ampliamento, adeguamento e messa in sicurezza dell’invaso ma ad oggi non è stato programmato alcun finanziamento dallo Stato o dalla Regione benchè richiesto ripetutamente.
Diversa ed emblematica è la situazione del canale Torello, completamente tombato (abusivamente) anni addietro per la costruzione della strada comunale prima e della strada provinciale dopo, fino alla confluenza con il Canale dei Mulini, il tutto senza alcuno studio idraulico nonostante la non trascurabile estensione del bacino imbrifero sotteso (circa 1 kmq); contemporaneamente, a monte, all’inizio del tombamento, è stata predisposta una griglia con una piccola vaschetta di contenimento di pochi metri quadrati per evitare l’ostruzione della condotta interrata.
Il sottodimensionamento di tale opera abusiva, unitamente agli incendi boschivi avvenuti in estate, sono le principali cause delle colate di fango e detriti, avvenute domenica scorsa, che hanno interessato la frazione cittadina e che certamente non sono imputabili alla mancata pulizia della griglia.